sabato 14 marzo 2009

Nigeria - il Natale

In Igbo - Nigeria - Africa, il Natale, come d'altronde in quasi tutte le parti del mondo, è ormai diventato la festa più importante o più celebrato dell'anno, sia per i cristiani, sia per i non cristiani. In Africa, è sicuramente la festa meglio celebrato "in famiglia", nel luogo di nascita, e meglio ancora s'è nei villaggi. In questo periodo, gli Igbo, che sono emigrati nelle altre città della Nigeria, del continente e del mondo, sono attesi dalle loro diverse famiglie, e ritornare a casa per festeggiare il Natale rimane uno dei regali più importanti che si possa fare ai propri genitori e agli altri parenti a casa. Chi non si fa vedere per tutto l'anno è automaticamente condonato da tutti se al Natale riuscisse a farsi vivo.
Il clima è quello del "harmattan", una specie del nostro "inverno": la temperatura oscilla tra 20°C e 33°C , l'aria è fresca e asciutta (si può mettere la felpa), e non piove quasi mai in quel periodo di stagione secca. L'albero di Natale è solitamente situato all'inizio della stradina che conduce ad ogni casa, formando una specie di arco: fatto da due rami dell'albero di palma, le foglie sono raccolte a forma di treccine e poi decorato con un fiore particolare della stagione. L'atmosfera è molto vivace e gioiosa, si rincontrano delle persone che non si vedevano da tanto tempo, si va da casa a casa per salutare gli anziani e a portagli dei regali. Non esiste una propria tradizione dello scambio dei regali tra amici e parenti, ma i genitori hanno il compito di fare dei regali ai più piccoli della famiglia: consiste solitamente in nuovo abito, scarpe, orologio e capellino.
Poi, i figli che stanno meglio economicamente fanno i regali agli altri membri della famiglia.
Il giorno di Natale inizia con la solita lunghissima messa celebrata nella chiesa della comunità per i più credenti - molti vanno solo per farsi vedere con i nuovi vestiti che vanno messi per la prima volta in quel giorno - mentre gli altri restanno a casa per cominciare a preparare per il pranzo di Natale: c'è chi macella il pollame, chi la capretta e chi la muta, molti dei quali sono stati allevati in famiglia da tempo. Insomma, qui si fa come si dice da noi: "Tagliarsi la giacca secondo la propria misura". Il piatto tipico per il pranzo è il riso: in bianco accompagnato con il sugo fritto, uno dei simboli è quando si sente il classico rumore delle cipolle che vengono immerse nell'olio bollente e vedere il fumo che esce dalla cucina di ogni casa. Si mangia e si beve tanto, cercando di onorare degli inviti dalle case intorno e come al solito è vietato dire "ho già mangiato"
Ovviamente, anche il nostro Natale inizia dalla vigilia, ma in maniera un po' diversa: oltre alla "messa di mezzanotte", l'associazione giovanile del villaggio solitamente va da casa a casa cantando il canto di Natale e in ritorno riceve diverse donazioni da ogni famiglia, soprattutto in denari, che saranno poi utilizzati per i progetti dell'intero villaggio. Il periodo natalizio è considerato il classico per cercare dei fondi sia da parte della chiesa di ogni comunità (un insieme di un certo numero di villaggi), sia dalle diverse organizzazioni che ci sono, ma sempre per le opere di utilità pubblica: scuola, strade, chiesa, acqua, ecc. Il "bazar" - una vendita di beneficenza - viene organizzata dalla comunità, di solito il 26 dicembre: consiste nel vendere all'asta, ai più benestanti, degli oggetti vari donati dalle persone di buona volontà. In quel giorno viene anche organizzato vari tipi di giochi ed altre attività di divertimento per i bambini. E' indubbiamente anche il momento dell'anno più dedicato ai numerosi festiva[ e alla socializzazione interpersonali, tra i villaggi e tra le comunità, attraverso balli tradizionali e incontri sportivi. Mentre le donne di ogni villaggio si presentano con nuovi canti e balli che vanno eseguiti in costumi tipici, uguali per tutti i membri, gli uomini invece si presentano con balli "mascherati" eseguiti in forma di carnevale. Le attività festive offerte variano da un villaggio all'altro ed offrono decisamente degli spettacoli memorabili, forse il periodo più consigliabile per una visita turistica.
Le attività sportive svolgono ruoli molto importanti per determinare i villaggi o le comunità più forti dal momento in cui non ci sono più le guerre armate tra di loro, per fortuna. Ed esse consistono nella "lotta greco-romano" e più modernamente nel gioco di calcio. Di solito, le persone benestanti donano dei trofei da contendere tra i vari villaggi e le varie comunità.
Gli emigrati sono naturalmente considerati "benestanti" e quindi tanto è preteso da loro. E' il momento per le riconciliazioni tra le persone e tra le famiglie. Molte celebrazioni matrimoniali, sia tradizionali, sia di chiesa sono programmate in questo periodo e tradizionalmente non ci sono mai un numero limitato di persone invitate, perché più persone ci sono, più è considerato di successo.
Tradizionalmente, il nostro capodanno è ormai come all'occidente: si organizzano delle feste per ballare e divertirsi. A mezzanotte si buttano vecchie cose, si fanno i botti, si fanno delle risoluzioni che saranno poi difficilmente rispettate.

(a cura di S.C.)

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